Podcast

01.03 Una famiglia senza piani

Ciao, sono Rubens e questo è Kaffibolla, una tazza di caffè con delle persone a cui viaggiare ha cambiato la vita.

 

 

 

Terza puntata di Kaffibolla, è arrivato il momento di uscire dalla comfort zone. Ho preso un po’ di dimestichezza con il microfono e le interviste, quindi ho pensato che fosse il momento giusto per intervistare un ospite che non fosse un amico. Anzi a dire il vero, non è solo un ospite, ma un’intera famiglia.

 

Katia, Ale, Leo e Romeo amano definirsi una famiglia senza piani. Da circa quattro anni vivono la loro vita on the road “perché la voglia di conoscere oltre la superficie è tantissima, perché crediamo che non ci sia ricchezza più grande per i nostri figli che poter vedere con i loro occhi il mondo e le persone“.

 

famiglia van life
Una famiglia senza piani, ma piena d’amore

 

La loro storia comincia da lontano, una storia in continua evoluzione a partire dalla scelta dei loro mezzi di trasporto.

Il primo approccio con la vita on the road è con una jeep e una tenda. Francia, Spagna, Portogallo, Canarie e Marocco. Leo, 5 anni, e Romeo, 8 mesi. Poi passano al mitico Volskwagen T3, con cui scatta l’amore per la van life. Ma i bimbi crescono e gli spazi si riducono. Così provano l’esperienza camper, con cui toccano gli estremi dell’Europa.

 

Il mitico Volskwagen T3
Il mitico Volskwagen T3

 

 

Il nord della Svezia, il sud della Sicilia, e poi fino all’estremo est, in Turchia. Da qui tentano di passare in Siria, ma a causa di alcuni timbri sul passaporto di Katia, non gli è concesso l’ingresso. Che fare quindi?

 

La vita, come sempre, non smette mai di stupire. Ale e Katia scoprono che ben presto la Famwithoutplan si allargherà. Colgono l’occasione allora, per tornare in Italia e sostituire il mai amato camper, con un mezzo nuovo, più adatto alle loro esigenze. Grazie alle sapienti mani di Ale, a grandi tutorial su YouTube e a tante ore di lavoro, in poco più di due mesi, nasce Soul, il loro van.

 

 

Ma come si arriva alla scelta di fare questo tipo di vita?

 

Katia è una viaggiatrice da sempre. Dal primo viaggio negli Stati Uniti, poco più che maggiorenne, non si è più fermata. Dalla baja California fino in Messico in autostop, dove si ferma per circa un anno. Qui lavora nei mercatini locali, dove comunità di persone vendono ciò che riescono a fare: dal cucinare, a creare piccoli gioielli oppure la lavorazione del macramè (il macramè è un merletto creato secondo un’antica tecnica marinara con filati intrecciati e annodati tra loro, senza l’ausilio di aghi o uncini, ndr).

 

Dal Messico, arriva a Dubai per lavorare in una grande spa. L’esperienza lavorativa è molto formativa, ma essere una donna che lavora, a Dubai non è facile. Così dopo un anno, Katia si sposta verso est, dove forse per la prima volta si sente a casa. L’amore per l’India è totale e incondizionato, e la considera il suo posto cuscinetto, dove tornare appena possibile.

 

Finito il suo percorso di studi con il diploma all’Accademia Ayurvedica, decide di mettersi nuovamente in viaggio, ancora una volta verso est. Arriva in Australia, paese da sempre sognato e immaginato, grazie ai racconti della sua nonna materna, grande viaggiatrice. Qui, per la seconda volta, si sente a casa. Vive in Australia per cinque anni, dove diventa mamma per la prima volta, di Leo, piccolo viaggiatore. Vive in diverse parti di questa terra, fra cui a Kuranda, piccolo centro in mezzo alla foresta tropicale. Ama l’Australia, perché puoi vivere la tua vita nel modo che preferisci, senza essere giudicato strano.

 

Purtroppo però le cose non sempre vanno come vorremmo, quindi Katia si trova costretta a lasciare l’Australia e torna in Italia. Il ritorno però cambia ancora una volta la sua vita. Un giorno va in piscina per cercare refrigerio dalla calura estiva e invece incontra Ale. Una vita normale, lavoro, casa, macchina, qualche viaggio all’anno. Da subito capiscono di avere una grande affinità e dopo un anno di compromessi, si rendono conto che non è quella la vita che vogliono fare. Una sera Ale manda uno screenshot a Katia: “Voglio andare qui”.

 

Tempo due mesi e partono. Una jeep, una tenda, direzione Canarie.

 

famiglia che parte in viaggio
In partenza

 

Abbiamo parlato assieme di home schooling, di come ci si senta costantemente messi alla prova come genitori nell’educare i propri figli. Ma di come si possano vedere i risultati tangibili di questa educazione nel vedere Leo e Romeo rapportarsi con altre persone durante i loro viaggi. Mi hanno spiegato che hanno affiancato alle esperienze in viaggio, dei libri con cui affrontare il percorso di studi e che ogni anno i bambini dovranno sostenere un esame per essere ammessi alla classe successiva. Katia mi ha raccontato anche, come l’istruzione parentale sia molto più diffusa in Australia o nei paesi del nord Europa rispetto all’Italia, ad esempio.

 

van life turchia
On the road, Turchia

Infine ho chiesto ad Ale e Katia due luoghi che sono rimasti nel cuore nei loro viaggi. Katia, ovviamente, ha detto Rishikesh, in India. Mentre Ale ha scelto Chiang Mai, in Thailandia.

 

 

 

 

 

 

Per domande, dubbi e suggerimenti su persone che hanno delle storie da raccontare, non esitate a scrivermi a inviaggioconlamiatribu@gmail.com

Per la prossima tazza di caffè invece, restate collegati!

Facebooktwitterlinkedininstagramflickrfoursquaremail

Rispondi

%d