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Un nostro problema
Negli Stati uniti sono giorni esplosivi. Decine di migliaia di persone si sono riversate nelle piazze di almeno 48 città americane per protestare a seguito della morte di George Floyd, ucciso da un poliziotto la sera del 25 maggio a Minneapolis. Proteste per lo più pacifiche, ma in piccola parte sfociate in vere e proprie rivolte, tanto che in molte città è stato imposto il coprifuoco. Il video dell’arresto di George Floyd è facilmente reperibile online e non può e non deve lasciarci indifferenti. Se pensiamo non ci riguardi, solo perché è successo a migliaia di chilometri da noi, siamo sulla strada sbagliata. Ma non basta semplicemente indignarsi. Questo deve essere solo l’inizio, deve smuovere qualcosa dentro di noi, e metterci in condizione di fare qualcosa per cambiare radicalmente la nostra mentalità. George Floyd è stato ucciso durante il suo arresto, esclusivamente per “colpa” del colore della sua pelle. Un angelo cade La sera del 26 febbraio 2012, Trayvon Martin, un ragazzo di 17 anni disarmato e con un felpa con cappuccio fu ucciso da un vigilante volontario delle ronde di quartiere, mentre camminava portando con se una bibita e un pacchetto di caramelle. Fu ritenuto “un tipo che si aggirava con fare sospetto” e ucciso con due colpi di pistola. Era afro americano. “Shots were fired on the street By the church where we used to meet Angel down, angel down But the people just stood around” Angel Down, Lady Gaga “Hanno sparato dei colpi sulla strada accanto alla chiesa dove ci trovavamo Un angelo cade, un angelo cade ma la gente non fa che fermarsi a guardare.” Agire Ma come ho già detto, non serve più solamente indignarsi. Martedì tantissime persone sui social hanno pubblicato un foto completamente nera con l’hashtag #blackouttuesday, un invito…