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Evviva le maestre!
Viva le maestre! Qual è il primo pensiero che avete fatto leggendo questa frase? Pensate sia un matto oppure siete d’accordo con me? Mi spiego meglio. Da diversi anni ormai abbiamo iniziato a frequentare la Scuola. Non intendo la nostra scuola in particolare, ma quel microcosmo che è il mondo dell’Istruzione, che accompagnerà i nostri bimbi in tutta la loro infanzia, poi l’adolescenza, fino a condurli nel mondo del lavoro. Leggendo queste poche righe si può capire, che ruolo e importanza fondamentale abbia nella crescita dei nostri figli e di conseguenza nelle nostre vite. Quindi dopo qualche anno, dato che sia Achille che Augusto hanno cominciato sin dall’asilo nido, mi sono fatto un’idea ben chiara di cosa non possa mancare nel rapporto fra genitori ed educatori. La fiducia. Una fiducia totale nelle persone a cui ogni mattina affiderete i vostri bambini è, a parer mio, il segreto perché sia voi che i vostri figli viviate al meglio questo rapporto e tutto ciò che ne consegue. Fidarvi dei metodi educativi che vi vengono proposti e delle attività che vengono svolte, perché dovete sempre tenere a mente che vengono fatte esclusivamente per i nostri bambini. Troppe volte sento genitori lamentarsi per motivi futili, pensando unicamente al proprio figlio, senza pensare che la classe è fatta da molti bimbi, di caratteri e personalità diverse, e che le educatrici sono lì per aiutare tutti loro nella loro crescita. Può succedere che Augusto giocando, spericolato com’è, cada. Oppure che venga morso da un compagno, che avrà avuto le sue buone ragioni. Quale colpa hanno la maestre in questi casi? A parer mio nessuna. Ci sono alcune cose che non possono essere controllate, né a scuola né soprattutto a casa, non potete prendere al volo un bimbo mentre sta cadendo né impedire che si avvicini ad…
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Essere genitori
Questa sera è successa una cosa che mi ha molto rattristato e al contempo fatto riflettere. Dopo cena, la mamma è fuori, sono solo con i bimbi. Abbiamo mangiato e appena finiscono hanno l’abitudine di giocare in soggiorno. E’ un bel momento: hanno iniziato da qualche mese a giocare assieme, Augusto finalmente può interagire con suo fratello maggiore, e Achille può dargli delle piccole istruzioni e compiti. Chiaramente, in questo modo sono iniziati i primi litigi: vogliono lo stesso gioco, “lottano” e così via, quindi puntualmente qualcuno finisce per piangere, ma tutto nella norma. Stasera però, Achille ha tirato un orecchio a suo fratello e ho alzato la voce per rimproverarlo. Di tutta risposta ho ricevuto una pernacchia, così mi sono alzato in piedi per dirgli che non si fa: ho fatto un movimento brusco e senza neppure avvicinarmi l’ho spaventato. Mi sono sentito terribilmente in colpa, mi sono reso conto che ha preso paura, così subito l’ho preso in braccio per tranquillizzarlo. E allora ho pensato. Ho pensato che non è giusto perdere la pazienza con i bimbi, solo perché abbiamo avuto una lunga giornata a lavoro. Ho pensato che non dovremmo mai dirgli che siamo troppo stanchi per leggergli una storia. Oppure che non abbiamo il tempo di giocare con le costruzioni. Non siamo mai troppo vestiti bene per buttarsi per terra insieme a loro. Non ci saranno mai abbastanza piatti sporchi da lavare per non colorare con loro. Proprio quando ci sembra di non avere più un briciolo di pazienza, quando siamo a fine giornata e sentiamo che abbiamo finito le energie, spremuti dagli impegni quotidiani, quando il quel momento i nostri bambini con i loro capricci non ci stanno che chiedendo un po’ di attenzione. Proprio in quel momento dobbiamo pensare che noi genitori siamo responsabili della loro crescita…