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E i bambini?
Il 4 maggio, se tutto procede per il meglio, l’Italia ripartirà. Terminerà finalmente il lockdown, che ci ha costretti a casa per settimane. Le aziende produttive (per lo meno quelle che non lo avevano già fatto) riprenderanno la produzione, bar e ristoranti riapriranno, così come i negozi. Probabilmente anche il mondo del calcio ripartirà, dato che si sta in tutti i modi cercando di portare al termine la stagione. Sono d’accordo con queste scelte, non credo si possa proseguire per sempre con le attuali restrizioni e dobbiamo cercare di ripartire, per la nostra sopravvivenza economica e sociale. Quindi ben vengano indicazioni su come ripartire e quali protocolli seguire per poterlo fare in sicurezza, senza rischiare di vanificare tutto ciò che abbiamo fatto fino ad ora. In tutto questo però non ho mai letto sui giornali o sentito delle dichiarazione da parte delle istituzioni un piano per far ripartire la scuola. Sembra dato per assodato ormai che l’anno scolastico termina qui e arrivederci (forse) a settembre. Già questo fa capire quale importanza viene data all’istruzione nel nostro paese, settore fra l’altro tra i più “tagliati” in ogni manovra finanziaria. Mi sono allora chiesto due cose. La prima è come mai in altri paesi d’Europa si sono studiate e credo trovate delle misure per permettere la riapertura delle scuole. Con questo non voglio dire che sia giusto riaprire, non ho le competenze per farlo, ma mi aspetto, anzi pretendo che chi ci guida metta sulla stessa bilancia economia e istruzione. Mi aspetto che spieghi perché non si può riaprire e sopratutto cosa aveva pensato per poterlo fare e non la ha reso possibile. Mi aspetto che in tutta questa situazione vengano presi in considerazione i nostri figli. Abbiamo chiesto loro dei sacrifici enormi e li abbiamo privati del diritto di istruzione e…