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    01.08 La mia casa nel Caucaso

    Ciao, sono Rubens e questo è Kaffibolla, una tazza di caffè con delle persone a cui viaggiare ha cambiato la vita.   Ottavo mese dell’anno, ottava puntata di Kaffibolla. Mi piacerebbe riuscire a dedicarci più tempo, ma come ben sapete, i ritmi sono serrati, quindi accontentiamoci. Non è sempre facile trovare gli ospiti, quindi come sempre vi invito a scrivermi se conoscete una storia da raccontare oppure se voi stessi siete una storia da raccontare.   Ma passiamo alla tazza di caffè di oggi.   Francesca lavora come traduttrice e insegnante di lingue, parla sia il tedesco che il russo.  Il percorso di studi che aveva scelto in realtà era molto diverso dalle lingue, ma non immaginava cosa la vita le avrebbe riservato. Papà argentino, mamma ossolana, nonno armeno. Poteva nascere qualcosa di diverso da una viaggiatrice?     Fin da bambina Francesca era affascinata dagli atlanti, dalle cartine e dalla mappe. Ma di una parte di mondo in particolare: l’Est. Così non appena ha potuto, grazie anche ad un lavoro stagionale negli hotel sul lago di Como, ha cominciato a viaggiare, perché voleva vedere con i propri occhi quello che fino a quel momento aveva visto sui libri o in televisione. Comincia a viaggiare da Vienna, dove frequentava l’università, tramite bus. Viaggia verso la zona dei Balcani, l’est europeo, e la città con cui scatta immediatamente una connessione speciale, intima, è Sarajevo. In particolare ricorda con emozione una passeggiata lungo il viale dei Cecchini, in compagnia di un ragazzo che ha vissuto sulla propria pelle quella guerra. Da quel momento in poi l’amore verso l’est è totale e visita uno dopo l’altro Kirzighistan, Uzbekistan, fino ad arrivare all’incredibile numero di 54 stati.     Ma se da più piccola il viaggio significava cercare di vedere più cose e posti…